martedì 10 maggio 2016

GIORNATE MILANESI (PARTE III)

Come promesso ultimo articolo sul Salone 2016!! 
Siete stati in tanti ad aver letto i miei ultimi post e vi ringrazio moltissimo :)
Partiamo con il botto. Come vi avevo anticipato l'esposizione di Cassina è stata una delle cose più emozionanti che io abbia  visto, non tanto per gli effetti speciali, ma proprio per i pezzi presentati, appartenenti ad un epoca e ad una scuola di pensiero che mi hanno portato a scegliere la facoltà di Architettura: razionalismo con Franco Albini, neoplasticismo con Gerrit Rietveld.


CASSINA IN VIA DURINI


Patricia Urquiola è stata l'art director per Cassina. 
Un allestimento in policarbonato, lamiera forata e pannelli in alluminio: "Questo spazio si ispira all'etimologia della parola design: (in latino de+signare), distinguere con un segno, dare significato, designare un oggetto in relazione ad altre cose, possessori, utilizzatori. Da qui una colorita narrazione che valorizza gli oggetti come se fossero presentati, perché no, in un'ironica galleria d'artis vulgaris, diventata nel tempo d' arti meccaniche, arrivando a un presente di artefatti in continuo divenire. L'occhio dell'interlocutore, osservando queste fluide mutazioni, ne diventa protagonista. Il dialogo tra lo spazio centrale e le stanze circostanti racconta un paesaggio domestico in evoluzione in cui il futuro rinnova le origini secondo un principio di continuità"


Appena entrata sono stata accolta dalla Poltrona Utecht del 1935 di Rietveld. Per il Salone l'artista Bertjan Pot ha creato un tessuto in tre varianti: il tessuto Boxblocks è composto da 8 fili colorati mischiati 12 alla volta per creare 19 colori disegnati a dima per tracciare la forma della poltrona. Altra particolarità: la combinazione di triangoli non è mai ripetuta. Edizione limitata i modelli sono solo 270.



Poltrona "Tre pezzi" creata dal designer Franco Albini in collaborazione con Franca Helg nel 1959, oggi riproposta da Cassina nella collezione I Maestri che raccoglie alcune delle più grandi opere del design moderno, opere che hanno fatto la storia.



"Beam" divano modulare strutturato su una trave, da qui il nome, a cui si aggiungono una serie di elementi diversi, come il tavolino e un sedile. Oltre alla trave altra caratteristica interessante è il meccanismo di regolazione dello schienale e del bracciolo, che fa riferimento alla Maralunga di Magistretti (sempre Cassina) dove il tutto è nascosto.



Di Patricia Urquiola "Gender", poltrona composta da due elementi: una struttura portante rigida con forma curvilinea, e un elemento morbido di forma differente. Infine altro progetto presentato in Via Durini è di Kostantin Grcic:
"Props" oggetti pensati per spazi flessibili, che danno risalto agli accessori di arredo, realizzati in lamiera di metallo spessa 5 mm tagliata a laser e successivamente fresata e piegata, infine trattata per lasciare la superficie grezza.

BOFFI IN VIA SOLFERINO


Location spettacolare e cucine incredibili. Nel 2010 lo showroom si è arricchito di una nuova area: L'Appartamento, vero e proprio ambiente domestico integralmente progettato e arredato, composto da living, zona notte, cucina e bagni. 








MERITALIA IN VIA DURINI
Nello showroom spiccano e diventano protagoniste le opere di Gaetano Pesce. 
Presentate come vere e proprie sculture su piedistalli, le lampade e le ciotole di Pesce sono realizzate in resina poliuretanica e ogni pezzo è diverso dall'altro. 




CENTRO STUDI POLTRONOVA IN VIA VIGEVANO
A due passi dal mio alloggio temporaneo milanese il centro studi poltronova ,con altri pezzi che hanno fatto la storia del design:
Il titolo scelto è proprio " Domestc icons" , una selezione dei suoi prodotti in diverse edizioni e varianti di colore come Gherpe  (nella foto) ideata da Superstudio nel 1967. E' una lampada che interpreta la forma classica della conchiglia e deve il suo nome ad un mostro immaginario che spaventa i bambini . Gherpe si presenta come un prodotto mutante, la lampada riflette l'interesse di Superstudio per le varianti che si possono ottenere muovendo le lastre di plexiglas che oltre a trasformare l'oggetto ne regolano anche l'intensità luminosa.

In un contesto total white, anche la Joe di De Pas, D'Urbino, Lomazzi ha cambiato colore:
Sofo pare spiccare in questo scenario...cos'è Sofo? progettato da Superstudio  nel 1966 e nello specifico è una seduta libera: " è un sedile da mettere in fila come un treno, o da costruirci montagne e troni più o meno regali, montagne e piramidi colorate solidamente piantate per terra, ma che in fondo resta sempre un blocco di poliuretano, un cubo tagliato in due da una specie di esse, e poi rivestito di un tessuto con due righe sopra..." 

Invito tutti voi a visitare il sito di POLTRONOVA http://www.centrostudipoltronova.it/ ), e con questa ultima immagine concludo il mio resoconto sul viaggio  milanese. Forse un po' impopolare, poco ikeoso, se così si può dire, ma credo sicuramente più interessante ;) 
A presto 



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